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LA POSIZIONE DELLA CHIESA


Alcuni aspettano con ansia l’approvazione ufficiale delle apparizioni di Medjugorje, esprimendo una fretta inopportuna.
Molti altri, invece, anche nella Chiesa, non vogliono accogliere le apparizioni e i messaggi della Madonna finché – dicono – le apparizioni non saranno approvate ufficialmente. Ma l’approvazione ufficiale non fa sviluppare la fede, non fa crescere la grazia che si riceve a Medjugorje. È la grazia del Signore che ci fa capire che le apparizioni sono vere. E per questo dobbiamo pregare. La Madonna, infatti, non è venuta a chiedere approvazione ma urgente conversione.
In ogni caso è certo che il riconoscimento ufficiale delle apparizioni non può fare sviluppare la fede, né far crescere la grazia che Dio dona a Medjugorje. E la grazia straordinaria che Dio dona a Medjugorje è permettere in questo luogo la presenza quotidiana di Maria dal 1981, presenza che è un aiuto speciale ad aprirsi allo Spirito Santo, presenza d’amore che significa inesauribile sorgente di grazia, presenza che guida, protegge, consola.
Noi potremmo descrivere all’infinito le meraviglie di grazia di Medjugorje, però alla fine qualsiasi osservatore, anche un non credente, si chiederebbe: “Ma qual è l’atteggiamento della Chiesa?” Non bisogna dimenticare che la novità e la complessità dei fatti di Medjugorje, rispetto alle apparizioni del passato, hanno posto la Chiesa di fronte a problemi di discernimento che esigono dosi supplementari di prudenza e di consiglio. Si tratta di avvenimenti in piena evoluzione e tutto ciò che la Chiesa per ora può offrire è un accompagnamento pastorale e non un giudizio definitivo che al momento rimane sospeso.
I frutti di Medjugorje non sono contestabili. Medjugorje è già adesso a livello di Fatima e di Lourdes: non si prega meglio né con più devozione a Lourdes e Fatima che a Medjugorje. Il fenomeno Medjugorje è insolito perché ci si trova davanti a un enorme numero di apparizioni che peraltro non sono ancora terminate. Non è quindi possibile dare un giudizio definitivo ed ufficiale fintanto che non saranno concluse. Del resto la Chiesa non si può mettere nella situazione di riconoscere qualcosa in fretta e poi cambiare parere. Comunque tutto ciò che si fa a Medjugorje è in accordo con l´insegnamento della Chiesa ufficiale: la celebrazione dell’Eucaristia, la celebrazione del sacramento della riconciliazione e le devozioni mariane.
Per l’infaticabile monsignor Frane Franic (l’arcivescovo ormai emerito di Spalato, che ha lasciato la guida della diocesi il 10 settembre 1988), non è sufficiente, e forse non è nemmeno così importante accertarsi che a Medjugorje siamo in presenza di eventi soprannaturali. Al magistero della Chiesa, a suo parere, è chiesto in verità qualcos’altro, forse più decisivo: il riconoscimento che nei «messaggi della Beata Vergine» non ci sia nulla che sia in contrasto con la rivelazione pubblica di Dio, terminata con la morte dell’ultimo apostolo. Nel novembre 1993, in un’intervista rilasciata al mensile Glas Mira (La Voce della Pace), pubblicato proprio dalla parrocchia di Medjugorje, il presule croato così si esprime: «Mi aspetto dai nostri vescovi una dichiarazione che enunci se nei messaggi di Medjugorje ci sia qualcosa che sia contrario alla Rivelazione divina; e se c’è, di riferirlo pubblicamente, in modo che i teologi possano a livello internazionale valutare queste obiezioni».
Anche se mons. Ratko Peric, attuale Vescovo di Mostar, come il suo predecessore Pavao Zanic, forse per complesse ragioni storiche è incredulo, resta fermo quanto disposto dall’episcopato jugoslavo con la Dichiarazione della Conferenza episcopale della Jugoslavia a Zara il 10 aprile 1991: Medjugorje è riconosciuto come centro di preghiera, in cui i pellegrini hanno il diritto di trovare l’assistenza spirituale nelle loro lingue. Riguardo alla apparizioni, dunque, non c’è un pronunciamento ufficiale.
Molto interessante, in proposito è la dichiarazione del Segretario di Stato Card. Tarcisio Bertone la quale non fa che ribadire la posizione ufficiale della S. Sede mentre eventuali altre posizioni o dichiarazioni sono da ritenersi opinioni personali e non vincolano in coscienza i fedeli: “Le dichiarazione del Vescovo di Mostar riflettono un’opinione personale, non sono un giudizio definitivo e ufficiale della Chiesa. Tutto è rinviato alla dichiarazione di Zara dei vescovi della ex Jugoslavia del 10 Aprile 1991, che lascia la porta aperta a future indagini. La verifica deve, perciò, andare avanti. Nel frattempo sono permessi i pellegrinaggi privati con un accompagnamento pastorale dei fedeli. Infine, tutti i pellegrini cattolici possono recarsi a Medjugorje, luogo di culto mariano, dove è possibile esprimersi con tutte le forme devozionali”
Come appare chiaro, dunque, la S. Sede dispone che la verifica su Medjugorje debba andare avanti, che nel frattempo i fedeli possono credere o non credere alle apparizioni, che si possono organizzare pellegrinaggi privati accompagnati da sacerdoti, e che i fedeli possano andare liberamente a Medjugorje per esprimere la loro devozione alla Madonna.
Nonostante lo scetticismo del vescovo di Mostar, mons. Ratko Peric, e di molti prelati all’interno della Chiesa, Medjugorje è diventato negli anni uno dei principali luoghi di pellegrinaggio del cattolicesimo europeo.
Il card. Christoph Schönborn arcivescovo di Vienna ha visitato Medjugorje durante il periodo di Capodanno 2010. In quest’occasione il porporato ha dichiarato il suo aperto interesse per le apparizioni, scatenando malumori della Chiesa locale, da sempre scettica sull’autenticità del fenomeno. Di ritorno dal pellegrinaggio l’arcivescovo ha riferito al Papa la necessità di creare una speciale commissione di studi sul caso.
Così, il 17 marzo 2010 il Vaticano ha costituito una commissione internazionale di studi guidata dal card. Camillo Ruini per Medjugorje per verificare l’autenticità delle apparizioni mariane di Medjugorje. La commissione è composta da vescovi, studiosi ed esperti e lavorerà sotto l’auspicio della Congregazione per la dottrina della fede. Lo afferma in una nota la Sala stampa vaticana, annunciando che il card. Camillo Ruini presiede la commissione. La nota precisa che la commissione lavorerà sotto l’auspicio della Congregazione per la dottrina della fede e sarà composta da vescovi, specialisti ed esperti.